La nostra storia

“La parte bella del film arriva in punta di piedi di sabato, quasi per forza, per merito di un amico, Paolo, che all’epoca era un mio amico e che adesso è un grande amico. Mi convinse ad uscire per fare una corsetta assieme a Riccardo, che già conoscevo, ma che non rivedevo da quindici anni e che adesso, pure lui, è un grande amico. Quella corsetta con quelle due persone, ha iniziato, senza volerlo, un percorso che mi avrebbe riportato fuori di casa. E questo era già molto. Non solo, di lì a poco Plinio avrebbe riabbracciato la vita, una nuova vita! Andrea è il nome del quarto fondatore di quello, che, senza saperlo, diventerà una squadra podistica davvero speciale: la P.d.P.

Speciale perché porterà correndo un messaggio: sensibilizzare l’opinione pubblica sulla cura del diabete mellito di tipo 1, che, se sottovalutato al momento dell’esordio, in modo rapido, può rivelarsi letale o riportare reliquiari a vita. Andrea prima era un conoscente occasionale, adesso è di casa e gli vogliamo tutti un gran bene. E’ una persona davvero preziosa, in più condivide con mio figlio questo cavolo di diabete tipo 1. Da subito fu disponibile a condividere le nostre paure, le nostre angosce. Il suo cellulare ha squillato molte volte, anche in mezzo alla notte, e non passava giorno che non chiamasse o che non facesse una capatina alla porta. Dopo quel sabato, dopo quella corsetta fatta assieme a Paolo e a Riccardo, gli telefonai, non per i soliti consigli sul diabete di Plinio, ma semplicemente per invitarlo a venire a correre. La sua risposta alla mia domanda fu quasi un’altra domanda: “Vuoi andare a correre?!” Mi disse, tanto gli sembrò strana la mia richiesta. Decidemmo allora di andare, ma io dovevo far coincidere gli stik di Plinio, il lavoro, la famiglia, caspita! Sembrava quasi impossibile ritagliarsi un’ora di tempo. Eppure quella corsetta con Paolo e Riccardo mi aveva scaricato, era stata davvero benefica. Dovevo per forza riprovare. “Dunque, l’ultimo controllo glicemico della notte è alle cinque del mattino, alle sette e trenta dovrei essere in cantiere. Andrea, andiamo domattina alle sei?” “Alle sei?” rispose lui “Del mattino? Boh, proviamo”. Anche Riccardo venne con noi e non ne rimasi tanto stupito, tanta era la voglia dei miei amici di venirmi incontro.

P.d.P. è il nome di una piazzetta di Sansepolcro, Porta del Ponte, nei pressi della quale abita Riccardo. Decidemmo, visto che il posto era ben raggiungibile e dotato di parcheggi, di incontrarci e partire da lì. L’esperimento riuscì alla grande e allora decidemmo anche, senza obblighi di presenza, di inviarci un messaggino sul cellulare, semplicemente per comunicare la nostra presenza il mattino seguente. L’sms conteneva queste parole “Domattina ore sei P.d.P.”

Io, da quel giorno, per circa un anno, non ho mai smesso di correre, mai un riposo, mai un fermo; ancora oggi la corsa è la mia medicina, la mia cura, la mia psicologa: scarico la rabbia e spesso tutt’ora, quando vado solo, urlo e piango, ma al ritorno, anche se per poco, riesco a dare qualcosa in più” [Iacopo Ortolani, “La forza che ho dentro“]

Da quella corsetta alle sei del mattino fatta da quattro podisti inizia un’avventura che riesce in primo luogo a dar conforto a Iacopo, provato dall’accaduto e dalla nuova quotidianità in cui deve fare i conti ANCHE con il diabete di tipo 1 di Plinio.

La voce rapidamente si sparge e a quei quattro podisti ogni giorno si aggiunge sempre qualcuno in più. Dopo qualche mese da “free runners” iniziamo a correre con la Podistica Avis di Sansepolcro indossando le magliette “I love lina insu”. Contemporaneamente runners sparsi per tutta Italia correvano le più importanti gare podistiche indossando la maglietta “Corro per Plinio” e sventolando bandiere con la stessa dicitura, affinché le luci sull’accaduto non si spegnessero e quella creatura potesse aver giustizia. Dopo l’esperienza con Avis viene fondato il “Circolo Sportivo PdP Ore 6” sotto le cui insegne continuiamo le nostre corse podistiche.

Nel 2015, di ritorno dall’udienza pubblica di Papa Francesco, affiora un’idea che verrà concretizzata poco dopo con la nascita di Weloveinsulina, il cui Team è oggi un gruppo di atleti che non corrono più solo da Sansepolcro ma che corrono, pedalano, camminano, viaggiano ovunque, in ogni parte d’Italia, in ogni posto dove c’è uno “sportivo di cuore” che sente l’esigenza e la voglia di farlo battere per conoscere al fine di riconoscere!

Abbiamo partecipato a moltissimi eventi, in particolare a gare podistiche agonistiche (anche all’estero), ed organizzato raccolte fondi a favore di ospedali, in particolare dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze, dove il piccolo Plinio, giunto in condizioni disperate, ritornò alla vita grazie alle cure e all’amore della famiglia e dei medici del team della Diabetologia Pediatrica diretta dalla Dottoressa Sonia Toni. Partecipiamo ogni anno ad eventi che ormai sono diventati dei classici per il nostro gruppo, quali la Maratona di Firenze, la DeeJay Ten di Firenze, la Diabetes Marathon di Forlì, la Mudder’s Race di Città di Castello, la Ecocorsa del Lago di Montedoglio, e tanti altri, a cui ogni anno si aggiungono sempre nuovi eventi, su territori sempre più distanti dalla nostra originaria Sansepolcro! Fino a raggiungere, nel 2016, la bellissima Nizza, in Francia, per un week-end carico di emozioni!

La nostra presenza fisica in mezzo alla gente, sulle strade, nei palazzetti dello sport, sui campi da calcio, sulle pedane di tiro a piattello, nelle piscine, e chi più ne ha più ne metta, si è accompagnata fin dall’origine da un grande seguito mediatico attraverso Facebook, prima attraverso la pagina personale di Iacopo Ortolani, poi anche con le pagine “Giustizia per Plinio(clicca qui) e “La forza che ho dentro di Iacopo Ortolani(clicca qui), oggi non più aggiornate ma ricche di frammenti della nostra storia, per poi passare dal gruppo Weloveinsulina (clicca qui), la nostra grande e gioiosa famiglia che vanta quasi 4.000 iscritti, ed arrivare nel marzo 2016 alla nascita della pagina Weloveinsulina (clicca qui) con lo scopo di portare il nostro messaggio sempre di più fra la gente, oltre i “confini” delle persone che vivono ogni giorno la quotidianità del diabete di tipo 1.

La polvere delle strade, la connettività del web, e soprattutto il passaparola di tutte le persone che si sono rese promotrici del “messaggio del cuore” nei più svariati modi hanno creato inconsapevolmente una catena che ci ha uniti dal Nord al Sud, Isole comprese!

Queste, e le vostre preziose testimonianze, sono le forze che ci aiutano ad amalgamare nel quotidiano gli ingredienti nella nostra ricetta a servizio del bambino che verrà, a servizio degli altri, dimostrazione questa che con la forza dell’amore tutto si può, si accorciano le distanze, si abbattono barriere, uniti dalla voglia di fare qualcosa di socialmente utile.

Questa è la nostra storia, scriviamo la prossima pagina insieme!

“Non tutti possiamo fare grandi cose, ma possiamo fare piccole cose con grande amore” [Madre Teresa di Calcutta]